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Vincenzo Rappazzo

Il talento aziendale.

6 April 2015 • a cura di Vincenzo Rappazzo •

Soluzione Cambiamento

Abbiamo concluso l’articolo precedente (L’orientamento aziendale) con la convinzione che un’azienda possa sopravvivere al proprio prodotto interpretando le esigenze che il mercato esprime e modificando continuamente la forma della sua risposta al bisogno.

D’altro canto se la soluzione ad uno specifico bisogno è l’obiettivo di un’impresa, questa si servirà delle sue capacità nel realizzare strumenti sempre più adeguati per una soddisfazione maggiore dei suoi clienti.

Questo processo continuo modifica continuamente i prodotti che, proprio per questo motivo, non sono paragonabili a quelli realizzati anche solo pochi anni addietro: un’automobile presente oggi in un autosalone ha pochissimi elementi in comune con quelle che si vendevano trent’anni or sono.
Se consideriamo, però, che la vocazione del costruttore non è quella di fabbricare meramente automobili, bensì quella di creare dei veicoli che consentano il trasporto di un numero limitato di persone, andando indietro nel tempo troviamo prodotti, come le carrozze a cavallo che, utilizzando le tecnologie allora disponibili, assolvevano ottimamente al bisogno delle persone che necessitavano di spostarsi.

In un articolo precedente (Il marketing in crisi) abbiamo letto la seguente affermazione di Einstein:
“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.”

E, poco più avanti, prosegue così:
“Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza.”

La mamma che accudisce il proprio bambino si prende cura, tra le altre, anche della sua esigenza di nutrirsi. Il suo intento è, appunto, quello di servire questo suo bisogno, che, negli anni viene soddisfatto secondo forme differenti: la sua specializzazione non è la pappa che prepara – in maniera eccellente – per i primi anni di vita o la pietanza preferita dal figlio quando sarà più grande. Perché il suo obiettivo non è quello di far piacere al figlio quello che è stata in grado di preparargli, bensì di impiegare le proprie risorse – tra cui, ma non solo, le sue capacità – perché si nutra convenientemente.

Un’azienda può guardare con sicurezza il mercato quando è consapevole del proprio talento.

 

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