Abbiamo visto nell’articolo precedente (Il valore del marketing) che la transazione commerciale si basa su uno scambio di valore che deve avvenire in piena consapevolezza e completa libertà.
Abbiamo altresì ricavato la convinzione che lo scambio non interessa solamente le attività commerciali, bensì interessa molteplici aspetti della vita quotidiana che non sono precipuamente basati esclusivamente su remunerazioni di carattere finanziario.
“Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.
[…] Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi.
Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.”
(Robert Kennedy, Università del Kansas, 18 Marzo 1968)
Robert Kennedy pronunciò queste parole tre mesi prima di essere assassinato cinque anni dopo suo fratello John. Questo storico discorso – che trae il suo maggior effetto perché fu pronunciato durante la campagna elettorale per le primarie presidenziali degli USA e quindi appartiene al suo programma – ci conferma nella constatazione di come le transazioni commerciali riguardino parecchi aspetti della nostra vita e sono ad essa necessari, ma che essi costituiscano semplicemente un sottoinsieme degli scambi che arricchiscono la nostra esistenza.
Non rientra nei nostri intenti approfondire in questa sede il contenuto di tutte le transazioni con le quali costruiamo la nostra vita, ma soffermiamoci, invece, un momento sul giudizio emerso a proposito dello scambio nell’articolo precedente: l’altro è un bene per me ed io per lui poiché entrambi portiamo un valore che risponde al bisogno dell’altro.
Le nostre attitudini e capacità, affinate dall’esperienza, sono al servizio del bisogno esistente e la nostra gratificazione deriva dalla soddisfazione delle necessità altrui. Non di tutte, ovviamente, ma di quelle per le quali i nostri talenti possono offrire una soluzione efficace.
La domanda che si pone ogni giorno chiunque intraprenda un’attività, sia esso un imprenditore o un fattorino è: come i miei talenti possono servire un bisogno?
Prima ancora di lanciarsi nella costruzione di un prodotto che possa essere la soluzione di un determinato bisogno occorre domandarsi se le proprie capacità sono adeguate alle aspettative degli interlocutori (in altre parole diremmo “del mercato”).
E anche questo è compito del marketing.