La produzione nazionale di carni di pollame nell’anno 2013 è risultata pari a 1.258.800 tonnellate (-0,2% rispetto al 2012); il consumo totale si è collocato a 1.178.100 tonnellate (-0,3% rispetto al 2012), pari a 19,34 Kg per abitante (contro i 19,40 del 2012).
In particolare sono state prodotte:
- 400 tonn. di carne di pollo (+0,3% rispetto al 2012);
- 800 tonn. di carne di gallina (-1,4% rispetto al 2012);
- 500 tonn. di carne di tacchino (-0,4% rispetto al 2011);
- 100 tonn. di carne delle altre specie avicole allevate (-0,3% rispetto al 2012).
La produzione nazionale di UOVA DA CONSUMO nell’anno 2013 è risultata pari a 12.168.000.000 pezzi (-2,1% rispetto al 2012); il consumo totale si è collocato a 12.996.000.000 pezzi (+0,77% rispetto al 2012), pari a 212 pezzi per abitante (uguale al 2012).
(Fonte UNA Italia, Unione Nazionale Filiere Agroalimentari Carni e Uova)
Abbiamo visto nell’articolo precedente (Il marketing incomprensibile) che un prodotto deve corrispondere ad un bisogno di cui si abbia piena consapevolezza che non può essere cancellato: in Italia vivono 60 milioni di persone che mangiano, bevono, si vestono, etc… e che contribuiscono alle necessità altrui con il proprio lavoro. E se allarghiamo i nostri confini ci accorgiamo che possono essere molte di più: nel mondo vivono circa 7 miliardi di persone.
Che vi sia una crisi è un dato di fatto, ma non ci avventuriamo nelle analisi sulla sua origine che ci portano lontano dal nostro intento.
Il realismo ci impone di prenderne atto, di considerarla un aspetto – non secondario – dello scenario in cui svolgiamo le nostre attività. Ma con altrettanto realismo dobbiamo constatare che i bisogni non si sono ridotti, anzi sono ancor più ineludibili.
“Una crisi ci costringe a tornare alle domande; esige da noi risposte nuove o vecchie, purché scaturite da un esame diretto; e si trasforma in una catastrofe solo quando noi cerchiamo di farvi fronte con giudizi preconcetti, ossia pregiudizi, aggravando così la crisi e per di più rinunciando a vivere quell’esperienza della realtà, a utilizzare quell’occasione per riflettere, che la crisi stessa costituisce.”
(Hannah Arendt)
“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato.”
(Albert Einstein)
La filosofa ed il fisico (forse non è un caso che entrambi, ebrei di origini tedesche, negli anni ’30 del secolo scorso siano dovuti fuggire e naturalizzarsi come cittadini statunitensi) ci suggeriscono un passo in avanti. Non ci serve soffermarci a chiederci perché il mercato non richiede più come una volta il nostro prodotto che per tanti anni ha soddisfatto i nostri clienti, ma per quali bisogni le mie capacità sono una risorsa?
E questo è il compito del marketing.